CONSIGLIO DI STATO - SENTENZA 27.05.2019 N. 3428

In ambito di fattispecie di occupazione illegittima da parte della P.A. di un bene (nel caso specifico, un terreno) il proprietario ha diritto al risarcimento del danno subito per l’illegittima detenzione delle aree da parte dell'Amministrazione, secondo il criterio per il quale detto danno corrisponde al solo valore d’uso del bene dal momento della sua illegittima occupazione, cioè dal momento della scadenza del provvedimento di occupazione d’urgenza (cfr. art. 20 della legge n. 865 del 1971), e fino alla giuridica regolarizzazione della procedura, e quindi, in alternativa, fino alla restituzione dell’area o al suo legittimo acquisto, confluendo peraltro in tale ultima ipotesi la posta risarcitoria, in senso lato, nell’indennizzo dovuto per l’acquisizione sanante (cfr. comma 3 del citato art. 42 bis, comma 3 D.P.R. n. n. 327/2001). ...
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CONSIGLIO DI STATO - SENTENZA 08.05.2019 N. 2991

In ambito di gare pubbliche d'appalto, il c.d. "principio di equivalenza" oggi disciplinato dall'art. 68, comma 6, D.Lgs. n. 50/2016, ha funzione di tutelare la massima concorrenza possibile e trova applicazione quanto ai concorrenti sia richiesto di fornire un bene le cui specifiche tecniche siano talmente dettagliate da poter individuare un prodotto preciso, ammettendo appunto che la proposta del candidato sia ottemperata anche proponendo beni alternativi che ottemperino in maniera equivalente agli stessi requisiti. Dunque il principio di equivalenza impegna la Stazione Appaltante nel caso in cui la lex specialis menzioni un marchio, un brevetto, un’origine o una produzione specifica che avrebbero come effetto di favorire o eliminare talune imprese o taluni prodotti, essendo obbligatioro che tale indicazione sia accompagnata già nel bando dall’espressione “o equivalente”...
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CONSIGLIO DI STATO - SENTENZA 23.04.2019 N. 2574

In ambito edilizio e paesaggistico, non può essere accolta la richiesta di sanatoria edilizia avanzata nei confronti di un Comune avente ed oggetto una tettoia abusiva in legno, aperta su tutti i lati, con copertura in lamiera e con sottostante pavimentazione e recinzione in rete metallica, qualora l'opera in questione sia stata realizzata in area di pregio ambietnale ricadente nella fascia di 300 mt dal mare. Ne consegue la legittimità di un provvedimento di diniego espresso dal Comune sulla base di suddetta preclusione paesaggistica ...
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TAR LAZIO - SENTENZA 25.03.2019 N. 3910

Va confermata l'esclusione della gara di un concorrente motivata con riferimento alla commissione di “gravi illeciti professionali” ex art. 80, comma 5, lett. c) del D.Lgs. 50/2016 ed in relazione a quanto prescritto dal Codice etico sottoscritto all’atto della presentazione dell’offerta, facendo riferimento a pregressi episodi di risoluzione di contratti di appalto ed in mancanza di contestazione in giudizio delle risoluzioni. In siffatti casi, dle resto, la determinazione di esclusione per deficit di fiducia è frutto di una valutazione discrezionale della stazione appaltante, con la conseguenza che il controllo del giudice amministrativo si configura quale controllo estrinseco, volto soltanto ad accertare l’apparente correttezza del giudizio, senza mai poter sfociare in un sindacato di tipo sostitutivo ...
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TAR VENETO - SENTENZA 07.03.2019 N. 302

In ambito di appalti pubblici, la previsione del nuovo Codice dei Contratto D.Lgs .n. 50/2016 di cui all'art. 95, comma 10, che prescrive l'obbligo del concorrente di indicare nell'offerta economica i propri costi della manodopera e gli oneri aziendali in ambito di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, non determina in caso di violazione l'esclusione automatica dalla gara, a meno che ciò non sia previsto dalla lex specialis. Qualora l'esclusione automatica non sia prevista, la Stazione appaltante deve mettere il concorrente in condizione, almeno in sede di giustificazioni, di dimostrare che sostanzialmente la sua offerta comprende i costi della manodopera, specificando la consistenza di tali costi già inclusi, ancorchè non distinti, nel prezzo complessivo dell’offerta, senza ovviamente manipolare o modificare in corso di gara l’offerta stessa...
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CONSIGLIO DI STATO - SENTENZA 29.01.2019 N. 726

In tema di gare d'appalto, la risposta della stazione appaltante ad una richiesta di chiarimenti avanzata da un concorrente non costituisce una modifica delle regole di gara, bensì una sorta d’interpretazione autentica con cui l'amministrazione chiarisce la propria volontà provvedimentale, precisando e meglio delucidando le previsioni della lex specialis. Del resto i chiarimenti operano a beneficio di tutti e per tale motivo devono essere trasparenti, tempestivi, ispirati al principio del favor partecipationis e resi pubblici in modo da non comportare alcun pregiudizio per gli aspiranti offerenti, tale da rendere preferibile, a dispetto del principio di economicità, l’autoannullamento del bando e la sua ripubblicazione....
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CONSIGLIO DI STATO - SENTENZA 19.12.2018 N. 7151

in tema di appalti pubblici, va respinta l'impugnativa avverso un diniego di iscrizione all’Albo Gestori Ambientali comminata nei confronti di un operatore che sia risultato colpito da interdittiva antimafia . Deve infatti affermarsi il principio per il quale le informative interdittive sono applicabili anche ai provvedimenti di tipo abilitativo-autorizzativo, nei quali rientra l’iscrizione all’Albo Nazionale Gestori Ambientali, posto che una siffatta iscrizione abilita l’operatore allo svolgimento di attività individuate nel D.M. n. 120 del 2014...
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TAR CAMPANIA - SENTENZA 26.11.2018 N. 6822

In ambito di appalti pubblici, la "clausola sociale" inserita nel bando va letta in senso conforme ai principi di libera iniziativa imprenditoriale, di carattera nazionale e comunitario, al fine di non risultare violativa della concorrenza e della libertà d'impresa di cui all'art. 41 della Costituzione. Ne consegue che tale clausola deve essere interpretata in modo elastico senza possibilità di attribuirle un effetto automaticamente e rigidamente escludente in caso di inesatto o non puntuale adempimento da parte del concorrente, posto che l’obbligo di riassorbimento dei lavoratori alle dipendenze dell’appaltatore uscente nello stesso posto di lavoro e nel contesto dello stesso appalto va integrato e compendiato con le esigenze dell’organizzazione di impresa prescelta dall’imprenditore subentrante.  .. 
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TAR TOSCANA - SENTENZA 29.10.2018 N. 1391

Va annullata l'intera procedura di gara d'appalto nonchè l'atto conclusivo di aggiudicazione nel caso in cui la commissione di gara, all'atto di esaminare l’offerta di una ditta concorrente (nella fattispecie, giunta seconda classificata), abbia aperto la busta contenente l’offerta economica prima di quella contenente la documentazione amministrativa. Infatti, la rigida successione del procedimento di selezione è tale da imporre che una prima fase della procedura si completi esclusivamente con l’esame dei requisiti di ammissione dei concorrenti, e che solo a seguito della conclusione di tale prima fase, che deve culminare con la decisione sull'ammissione dei concorrenti, può passarsi alla successiva seconda fase da dedicarsi all'esame del merito delle offerte  delle imprese ammesse, dovendosi pertanto ribadire il principio secondo il quale nelle gare per l’affidamento dei contratti pubblici l’apertura delle buste con le offerte economiche non può precedere l’accertamento dei requisiti formali per l’ammissione alla selezione  .. 
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TAR PUGLIA - ORDINANZA 17.09.2018 N. 1346

Va rimessa alla Corte Costituzionale la questione di legittimità dell'art. 75 del D.P.R. n. 445/2000, in relazione ai principi di ragionevolezza, proporzionalità e uguaglianza di cui all’art. 3 della Carta Fondamentale, nella parte in cui, tenuto conto dell'univoca interpretazione giurisprudenziale valevole ai sensi del diritto vivente, comporti la determinazione di un sistema di automatismo legale in base al quale qualsiasi caso di comprovata non veridicità di quanto autodichiarato dall’interessato comporti la decadenza automatica dei benefici dallo stesso ottenuti con l’autodichiarazione risultata non veritiera, senza che l’Amministrazione abbia più alcun margine di discrezionalità nella valutazione della stessa autodichiarazione... 

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TAR LOMBARDIA - SENTENZA 16.05.2019 N. 1120

In linea generale l’art. 80, c. 5, lett. c) del D.Lgs. 18 aprile 2016 n. 50 conferisce alla stazione appaltante il potere di apprezzamento delle condotte del concorrente tali da integrare un “grave illecito professionale” anche oltre le ipotesi elencate nel medesimo articolo, ma un'esclusione per tali motivi deve essere motivata in maniera ben più rigorosa ed impegnativa rispetto a quanto avviene a fronte delle particolari ipotesi esemplificate dal testo di legge. Va dunque riconosciuta alla stazione appaltante la facoltà di escludere un concorrente anche in mancanza di una sentenza definitiva di condanna bensì sul solo presupposto di una richiesta di rinvio a giudizio, purchè l'amministrazione abbia motivato al riguardo, essendo peraltro opportuno sottolineare che è la stazione appaltante ad essere gravata dell’onere di dimostrare l’inaffidabilità del concorrente, e non quest’ultimo a dover dimostrare la propria affidabilità, pertanto l’aver posto a fondamento dell’esclusione una mera richiesta proveniente dalla pubblica accusa, e non specifiche condotte del concorrente comprovanti la commissione di un grave illecito professionale, non consente perciò di considerare provati i relativi fatti e rende illegittima l'esclusione disposta ...
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TAR TOSCANA - SENTENZA 30.04.2019 N. 622

Il parere paesaggistico emesso dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici in relazione ad un progetto edilizio conforme agli strumenti urbanistici (nella specie, Piano di Lottizzazione, Regolamento Edilizio e Piano di Indirizzo Territoriale) non può limitarsi a mere considerazioni di ordine generale prive di riferimento concreto al progetto in esame al punto tale da imporre sull'area di riferimento un vincolo di inedificabilità assoluta difforme dalle previsioni paesaggistiche stesse. Difatti nel procedimento di rilascio dell'autorizzazione paesaggistica, la Soprintendenza esercita un potere che consente di effettuare valutazioni di merito amministrativo, connotate da un'ampia discrezionalità tecnico-valutativa che tuttavia è sindacabile, in sede giudiziale, sotto i profili della logica, coerenza e completezza della valutazione, nonchè sotto il profilo dell'adeguata motivazione, considerati anche per l'aspetto concernente la correttezza del criterio tecnico e del procedimento applicativo prescelto...
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CONSIGLIO DI STATO - SENTENZA 12.04.2019 N. 2407

In ambito di dichiarazioni in sede di gara, il requisito della assenza dei gravi illeciti professionali, di cui all'art. 80 comma 5 D.Lgs. n. 50/2016, è individuato, alla lett. c), con un elenco esemplificativo e non tassativo di casi, al punto che l'operatore è tenuto a fornire alla stazione appaltante una rappresentazione la più dettagliata possibile affinchè le pregresse vicende professionali possano essere apprezzate con riferimento al requisito dell'affidabilità del concorrente. Nella fattispecie il Consiglio di Stato ha individuato tre diverse forme di dichiarazione: omessa, reticente o completamente falsa, con diversa gradazione delle conseguenze in termini di valutazione discrezionale o esclusione automatica ...
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TAR VENETO - SENTENZA 20.03.2019 N. 344

In virtù del principio di rotazione di cui all'art. 36 del Codice dei Contratti, è legittima la previsione di un procedura negoziata senza pubblicazione del bando, con cui la Stazione Appaltante ha stabilito il divieto di invitare l’operatore economico uscente, anche alla luce delle Linee Guida Anac n. 4, senza che possa militare in senso contrario la circostanza per la quale il precedente appalto era stato aggiudicato a seguito di gara e che sul mercato non vi sarebbero operatori in numero sufficiente a garantire la concorrenza, e ciò stante la finalità preminente del principio in parola, teso ad impedire il consolidarsi di rendite di posizione degli affidatari uscenti ....
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TAR LAZIO - SENTENZA 25.02.2019 N. 2491

Va ritenuta legittima l’esclusione di un concorrente per errori gravi in precedenti appalti (nel vecchio regime, disciplinato dall'art. 38, comma 1, lett. f), del D.Lgs. n.163/2006) con riguardo ad una precedente risoluzione del contratto d'appalto subita in un settore assimilabile a quello di gara, ove il provvedimento sia puntellato su una chiara motivazione circa la valutazione delle circostanza e delle ragioni ragioni per cui è venuta meno la fiducia nell’impresa, senza che possa ritenersi necessario un accertamento della responsabilità del contraente per l’inadempimento in relazione ad un precedente rapporto contrattuale. Difatti la facoltà di esclusione disciplinata dalla lett. f) del suddetto art. 38 fa leva sulla necessità di garantire l’elemento fiduciario nei rapporti contrattuali della Pubblica Amministrazione fin dal momento genetico, dunque la relativa decisione da parte della Stazione appaltante è emanazione di un potere discrezionale come tale soggetto al sindacato del giudice amministrativo nei soli limiti della manifesta illogicità, irrazionalità o errore sui fatti..
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CONSIGLIO DI STATO - SENTENZA 08.01.2019 N. 173

In ambito di appalti pubblici, anche in vigenza della normativa di cui al nuovo Codice dei Contratti - D.Lgs. n. 50/2016 - deve confermarsi il principio per il quale le clausole del bando di gara che non rivestano portata escludente devono essere impugnate unitamente al provvedimento lesivo e possono essere impugnate unicamente dall’operatore economico che abbia partecipato alla gara o manifestato formalmente il proprio interesse alla procedura. Non si può pertanto esigere un obbligo di immediata impugnazione di quelle norme della lex specialis che disciplinino metodo di gara, criterio di aggiudicazione e valutazione dell’anomalia, perchè non impediscono immediatamente la partecipazione alla gara o la formulazione dell’offerta...
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TAR LAZIO - SENTENZA 05.12.2018 N. 11826

Nelle gare di appalto, l’omessa dichiarazione di precedenti sentenze di condanna, riportate da esponenti aziendali, costituisce legittima causa di esclusione dell’impresa dalla gara, ai sensi dell’art. 80, comma 5, lett. c, f-bis, del D.Lgs. n. 50/2016, trattandosi di dichiarazione reticente, in quanto non fornisce un quadro completo della situazione effettivamente esistente, la quale non consente il normale ed esauriente dispiegarsi del processo decisionale della stazione appaltante in merito alla sussistenza di eventuali gravi illeciti professionali. Un siffatto provvedimento non è annoverabile tra gli atti di annullamento in autotutela e dunque non soggiace alla disciplina di cui all'art. 21 nonies L.n. 241/90 costituendo atto vincolato ... 
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CONSIGLIO DI STATO - SENTENZA 09.11.2018 N. 6326

In ambito di gare pubbliche d'appalto, per la verifica dell'anomalia dell'offerta, al parte i casi in cui l'utile risulti pari a zero, non è possibile stabilire una soglia minima di margine positivo dichiarato dall'offerente al di sotto della quale l’offerta deve essere considerata anomala, poiché anche un utile apparentemente modesto può comportare comunque un vantaggio significativo, sia per la prosecuzione in sé dell’attività lavorativa, sia per la qualificazione, la pubblicità, il curriculum derivanti per l’impresa dall’essere aggiudicataria e aver portato a termine un appalto pubblico, e per tale motivo l'offerta in tale caso non può essere considerata anomala  .. 
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CONSIGLIO DI STATO - SENTENZA 08.10.2018 N. 5765

Il termine di trenta giorni per l'impugnativa dell'ammissione dei concorrenti alla procedura di gara, prevista dal comma 2 bis dell’art. 120 c.p.a., deve essere fatto decorrere dal momento della pubblicazione degli atti della procedura, perché diversamente l’impresa sarebbe costretta a proporre un ricorso “al buio” .
Nella fattispecie il principio della piena conoscenza ai fini della decorrenza del termine di impugnazione merita una particolare e rigorosa applicazione, pertanto l'eventuale piena conoscenza, acquisita aliunde, può applicarsi solo ove vi sia una concreta prova dell’effettiva conoscenza degli atti di gara, acquisita in data anteriore alla pubblicazione o comunicazione degli atti della procedura di gara, e ciò non può coincidere con la seduta di gara in cui è stata deliberata l'ammissione dei concorrenti, anche se a tale seduta sia presente un  un rappresentante della ditta, in mancanza della specifica prova sulla percezione immediata ed effettiva di tutte le irregolarità che, ove sussistenti, possano aver inficiato le relative determinazioni.. 
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TAR PUGLIA - SENTENZA 07.09.2018 N. 1212

In ambito di gare pubbliche d'appalto, deve ritenersi illegittima l'esclusione di un concorrente che abbia presentato la relazione descrittiva dell'offerta sottoscritta soltanto sull'ultima pagina ed omettendo di sottoscrivere ogni foglio come pure richiesto dal disciplinare di gara. La previsione della lex speciali in questione, per rimanere coerente con il principio di tassatività delle clausole di esclusione (art. 74 D.Lgs n. 163/2006 ed oggi art. 83 comma 8 D.Lgs. n. 50/2016), pena la sanzione di nullità della previsione stessa, va interpretata nel senso di ritenere sufficiente che venga sottoscritta l’ultima pagina e che il requisito formale della sottoscrizione sia soddisfatto con l'apposizione della firma in calce al documento in parola... 

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